via Maestranza 110 Siracusa
giovedì 16 settembre ore 18,30
ODORE DI VOGLIA ANTICA
Poesie di Francisca Saint Claire, presentate da Francesco D’Isa
Eros si erge immaturo e fanciullesco come Giasone già sul vello, dentro, attorno, fuori e la sua ricerca è già essere: essere nel divenire è muoversi esplicito fra “cosce traboccanti d’ingordigia”. Rose è d’eros “virtuosismo speculare” che lasci incedere la quinaria compresenza dei sensi in questa liricità così plurisensuale e d’incedere in incedere approdare al grido sussurrato “orgasmo multiplo investe la vulva abissale”, che si immagina avvenire proprio nell’istante eterno in cui l’orgasmo multiplo investa la sua vulva abissale: così lei, mentre lui è forse sempre lei che incede a sua volta “come la saliva di Ofelia sulle pudende di Pan”, e ancora lei elogia tale “morbida, audace venatura su muscolo teso, bagnato” (da lei), elogia “odore di sesso virile” (con lei), elogia “la furente sciabola dentro la carne erbosa” (di lei) e possiede “un ritmo folle”, “un vigore tremulo” e “la cadenza di una sbavatura ardente”. Così questa poesia pudica abusa d’impudicizia come l’eterno fanciullo Giasone gode di presocratica esenzione dalla conoscenza, concedendosi col solo ausilio dei sensi, amletico, nemmeno presagendo l’aristotelica intelligenza, la distinzione sessuale, la non-nudità: forse non-nato egli gode della non presunzione della nascita e guarda (ascolta, annusa, tocca, gusta) lei che urla di dolore (“Amleto amami”), di piacere (“nuda professo la vita”), di scetticismo consenziente (“Ti amai come tramonto di gustosa beltà sfiorita”) o dissenziente “calpesta con esasperato esotismo l’etica ambigua del detto in simbiosi” e Dispensatrice “è lei che la notte solca l’asfalto petalo d’incompresa lascivia” e compensatrice è la sensualità “del glande diviso” (“trasumananza sessuata nelle strade del mondo” che “sanguina”). Torna il verso “Mondo” per dirci forse purifico? Torna il verso “Umanità! Cadenza monotona, Plutarco arreso!” per darci forse “delle notti il vampiro del tuo stesso cuore”, poetessa, e dirci forse, ancora, purifico? Torna e ritorna il verso “Francisca Saint Claire”: che “mansueta sogni l’arrivo di Giasone…”? “Suona donna, suona ancora le ampiezze velate d’impeto greve”, venate di parnassiana voracità, “e sii muta nel bacio odoroso che gioiosa darai all’amante sinuoso”, mentre io, sterile postillatore, cerco l’eccesso esangue di Giasone, lo scettro pestifero di Pericle, la remota discendenza di Pan, la blasfema alterità di Amleto, la cortigiana scortesia di Baudelaire e presagisco una nuova voluttà e l’asprezza che dia “odore di voglia antica”, asperrima più che mai, come sui solchi bagnati di “sesso-sentiero esplosivo sensuale slegato oltremodo” e sudore-sesso umido doloroso odoroso represso esploso, mentre inattese, “di erotismo bruciato” intese, “ciglia nere come spighe scuotono i nidi canuti del viandante in essere”, cioè il sudore è il divenire del sesso, il sesso l’essere del sudore, l’anima e l’amore la cornice interna, intima platonica astratta esclusione, il sesso non sudato post mortem?
ODORE DI VOGLIA ANTICA
Poesie di Francisca Saint Claire, presentate da Francesco D’Isa
Eros si erge immaturo e fanciullesco come Giasone già sul vello, dentro, attorno, fuori e la sua ricerca è già essere: essere nel divenire è muoversi esplicito fra “cosce traboccanti d’ingordigia”. Rose è d’eros “virtuosismo speculare” che lasci incedere la quinaria compresenza dei sensi in questa liricità così plurisensuale e d’incedere in incedere approdare al grido sussurrato “orgasmo multiplo investe la vulva abissale”, che si immagina avvenire proprio nell’istante eterno in cui l’orgasmo multiplo investa la sua vulva abissale: così lei, mentre lui è forse sempre lei che incede a sua volta “come la saliva di Ofelia sulle pudende di Pan”, e ancora lei elogia tale “morbida, audace venatura su muscolo teso, bagnato” (da lei), elogia “odore di sesso virile” (con lei), elogia “la furente sciabola dentro la carne erbosa” (di lei) e possiede “un ritmo folle”, “un vigore tremulo” e “la cadenza di una sbavatura ardente”. Così questa poesia pudica abusa d’impudicizia come l’eterno fanciullo Giasone gode di presocratica esenzione dalla conoscenza, concedendosi col solo ausilio dei sensi, amletico, nemmeno presagendo l’aristotelica intelligenza, la distinzione sessuale, la non-nudità: forse non-nato egli gode della non presunzione della nascita e guarda (ascolta, annusa, tocca, gusta) lei che urla di dolore (“Amleto amami”), di piacere (“nuda professo la vita”), di scetticismo consenziente (“Ti amai come tramonto di gustosa beltà sfiorita”) o dissenziente “calpesta con esasperato esotismo l’etica ambigua del detto in simbiosi” e Dispensatrice “è lei che la notte solca l’asfalto petalo d’incompresa lascivia” e compensatrice è la sensualità “del glande diviso” (“trasumananza sessuata nelle strade del mondo” che “sanguina”). Torna il verso “Mondo” per dirci forse purifico? Torna il verso “Umanità! Cadenza monotona, Plutarco arreso!” per darci forse “delle notti il vampiro del tuo stesso cuore”, poetessa, e dirci forse, ancora, purifico? Torna e ritorna il verso “Francisca Saint Claire”: che “mansueta sogni l’arrivo di Giasone…”? “Suona donna, suona ancora le ampiezze velate d’impeto greve”, venate di parnassiana voracità, “e sii muta nel bacio odoroso che gioiosa darai all’amante sinuoso”, mentre io, sterile postillatore, cerco l’eccesso esangue di Giasone, lo scettro pestifero di Pericle, la remota discendenza di Pan, la blasfema alterità di Amleto, la cortigiana scortesia di Baudelaire e presagisco una nuova voluttà e l’asprezza che dia “odore di voglia antica”, asperrima più che mai, come sui solchi bagnati di “sesso-sentiero esplosivo sensuale slegato oltremodo” e sudore-sesso umido doloroso odoroso represso esploso, mentre inattese, “di erotismo bruciato” intese, “ciglia nere come spighe scuotono i nidi canuti del viandante in essere”, cioè il sudore è il divenire del sesso, il sesso l’essere del sudore, l’anima e l’amore la cornice interna, intima platonica astratta esclusione, il sesso non sudato post mortem?
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
Ingresso Libero
Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
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